Scusate se sono una blogger!

Benvenuti nel mondo 2.0 dove le conoscenze, lavorative o meno, iniziano tutte un po’ così.

“Ciao sono Tizio … Piacere di conoscerti Vanessa …” e poi subentra la domanda di rito “Che lavoro fai?” o “Di che ti occupi?” Ecco io ogni volta a questa domanda rispondo banalmente “Scrivo” (si lo so è come se un dottore rispondesse opero ed un commercialista “faccio calcoli”) ma … io non riesco mai a spiegare bene cosa faccio per il semplice motivo che non è un lavoro “tradizionale” nel vero senso della parola, e molti fanno fatica a capire che fare la blogger è un lavoro.!! Un po’ come quando mio nonno mi dice “Stai lavorando?” ed io rispondo sì”, “sempre quello?” “Si, sempre quello!!” E lui mi guarda come a dire “Qualcosa non quadra, come si fa a lavorare dietro un pc da casa” e rimane zitto e poi dice “Sai il fatto tuo, va bene così”.

Fiducia a parte del nonno (che non è poco credetemi, potrei dirgli che andrò a vendere banane a Tenarife, la sua risposta, come quella dei miei, sarebbe “Vai”) è che la prima a far fatica a dire la parola Blogger sono io!

Ricordo che il mio relatore (Professore di Sociologia ed Analisi de media), mi ha chiesto “Di che ti occupi nella vita? lavori?” Io ai tempi scrivevo per un travel blog, così ho risposto “Scrivo per un blog”. Lui “Ah sei una blogger!” Ed io “Non proprio”. Lui “Scusa scrivi quasi tutti i giorni? ti pagano?” ed io “Si, certo”, Lui “Allora sei una blogger”. Dal mio sguardo avrà capito che l’etichetta blogger un po’ mi infastidiva, perché per tutti gli incontri futuri non ha fatto altro che chiamarmi “Blogger” davanti i miei colleghi.

Il suo non era un modo per svalutare il mio lavoro, né me. Non aveva un problema con la categoria Blogger, sapeva come il mondo del lavoro stesse cambiando, sapeva cosa si nasconde dietro tutto questo mondo. Quella che aveva qualche problema ero io! E lui l’aveva capito, prima di firmare il mio foglio tesi mi disse: “So chi sei, so come scrivi, ho fatto delle ricerche e adesso tu mi spieghi perché non hai un blog tuo e poi io firmo il tuo foglio”. Spiegai che volevo prima studiare, che volevo costruire un buon contenitore.

Da qui, la mia vita divenne diversa, per altri fattori. Così un giorno mi ritrovai ad un colloquio come cameriera ai piani. La responsabile di un noto hotel della mia città, al colloquio guardò il mio cv e mi disse un bel no! Immaginate la mia faccia. Al ché chiesi il perché (avevo avuto esperienza in hotel per altre mansioni, conoscevo l’ambiente alberghiero, perché mai non prendermi dato che l’annuncio non chiedeva determinate esperienze pregresse per questa mansione?!). La risposta fu: “Perché tu sei pazza che con un curriculum così ti chiudi qui, perché vuoi questo lavoro?”. In verità la risposta era semplice avevo bisogno di lavorare in quel periodo, ma nonostante la mia attitudine sognatrice, sono realista e se non puoi arrivare dritto all’obiettivo mi ci avvicino. Così risposi “Perché è il mio ambiente, il mio settore”. L’indomani inizia con tanto di divisa. Non rimasi lì a lavorare, per altri motivi, ma quel breve tempo non fu sprecato per me, mi bastò per capire alcune “dinamiche interne” perché puoi studiare quando vuoi, ma senza conoscere la pratica non vai lontano. 

Oggi ho aperto un blog e scrivo, per me e per altri. Ho obiettivi chiari, ma a volte c’è qualcosa che non mi torna. Non avevo capito bene cosa fosse finché non ripensai a tutti questi episodi e soprattutto finché qualcuno (uno sconosciuto che mi legge ) non mi disse “Non sei solo estetica, hai una mente e si vede”.

Ecco ho capito che avevo un rivale nel mio lavoro: no il prof, no un’azienda, no i colleghi, no le altre blogger… ma Me!!

Io e tutto quello che a volte rappresenta questo lavoro. Io e questa ostentazione con cui non vado a volte d’accordo. Perché condividere è bello, ma è anche bello tenersi qualcosa per sé. Il problema è come percepisco io fare la blogger e come percepisco io mostrare. Avevo paura che l’una intaccasse l’altra, che il mio mettere in mostra toglieva serietà e valore ai miei progetti. Ma la verità sapete qual è? Che alla fine mi perdo il bello di questo lavoro: giocare con le parole ed i colori, giocare con le foto e creare contenuti per aziende. E così mi sono chiesta “se non ci fossero stati i blog ed i social, se fossi nata prima, oggi che lavoro farei? La risposta è quello che faccio. Lavorerei dietro un magazine o dietro un’agenzia pubblicitaria, mi occuperei della comunicazione di un’impresa (possibilmente alberghiera/turistica), perché è quello che amo fare. Perché mi diverto capire le dinamiche del consumatore e le strategie da adottare. Se non avessi studiato Comunicazione, avrei sicuramente studiato Economia delle imprese turistiche o Psicologia!

Per cui perché rinunciare adesso? Perché dire no quando mi viene proposto di pubblicizzare o testare qualcosa? Non è un po’ come provare a fare la cameriera ai piani solo perché vuoi capire meglio?!

Perché pensi che fare delle foto tolgono valore.

E quindi da oggi, con tanto di consapevolezza che la gente possa dire su di me e sul mio lavoro quello che vuole, ma soprattutto con la consapevolezza che a spaventarmi non era il loro giudizio su di me,  ma quello mio su di me, dico una parola che mio padre mi ha sempre ripetuto: Futtattinni.

Non prenderti troppo sul serio perché ti perdi il bello, mira ai tuoi obiettivi, quelli che per te valgono e prendi il resto come contorno per il fine (tuo). Fai tutto quello in cui credi, dì no se vuoi dire no, ma essere intelligenti significa anche non attaccarsi etichette, non solo agli altri anche a sé stessi. Perché si può essere bella fuori e all’interno, ed una e l’altra, non è un problema se dopo aver giocato con l’essere ti diverti con l’avere!!

Non è un problema se “giochi”, basta che a far le regole sia tu.
Perché uno dei “problemi” di essere ambiziosa, di determinata, “testa dura” è che a volte si sfida tanto se stessi, da avere un unico solo rivale… se stessi!!

Ammetto che mi piace sfidarmi, la miglior competizione è con me stessa, ma è un coltello a doppia lama ed a volte è giusto dire Futtattinni , anche se la cosa riguarda te!!

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