Quella volta che Nonna mi disse: Usala!

Quasi tutte le donne da bambine hanno pensato almeno una volta all’abito bianco, i fiori in chiesa e il momento del ballo con lo sposo. Io no.

Sono cresciuta con le fiabe e con il vissero per sempre felici e contenti nel lettone di nonna che mi raccontava quanto bello fosse l’amore. Ed era vero. Solo che io non riuscivo a smettere di pensare al lupo, ai draghi e ai pirati. Perché averne paura? Perché mai nessuno è andato a chiedere loro, il loro perché. Non amavo le principesse che stavano ferme in attesa della fatina, del genio dentro una lampada o delle scie delle stelle cadenti. Amavo quelle che si imbarcavano sulle navi con i pirati, quelle che saltavano dalla finestra nel cuore della notte e quelle che soffiavano sopra un fiammerò affinché la magia non si spegnesse. Così nonostante tutto questo, fra i miei mille perché, che nonna alimentava con “chissà…” sono cresciuta con “Quando avrai un fidanzato, poi marito, poi la casa e dei bambini!

Quando qualche anno fa ho messo fine alla mia relazione durata tantissimi anni, il pensiero andava a lei, a mia nonna. Come spiegarle che in questa fiaba la principessa non indossò un bel vestito per il gran ballo, non perse nessuna scarpetta e non ballò con nessun principe. In questa fiaba, la principessa si tolse le scarpa e scappò, lontano verso sé stessa. Rinunciando al regno, al trono e alla festa di corte. Corse verso il lupo e lo guardo negli occhi, rendendosi conto di quanto del lupo ci fosse in lei e di quanto amasse gironzolare nel bosco, perché quella era casa sua. Autentica, non perfetta ma in pace con sé stessa.

Spiegarle tutto questo era impossibile. Non avrebbe capito come ci si sente ad amare una vita piena, che profumava di paura sì, ma anche di vita. Allora non l’ho fatto. Mi sono chiusa nel mio silenzio, mostrando l’altra metà di me: quella ribelle, quella spensierata ed allegra. Quella fredda e glaciale, che zittiva con lo sguardo. Da quel giorno, di anni ne sono passati ben 4 e nel mezzo ci sono state tante cose, tra cui il mio bisogno di parlarne qui, sul mio blog. Da quel giorno, di cose ne sono passate davvero davvero moltissime.

Ma torniamo ad oggi, oggi sto ricostruendo la mia vita, a modo mio. Passo dopo passo. Ho la piccola attività, ho la mia piccola casa ed ho la mia piccola vita, che contiene però tante cose belle. Una tra queste è l’amore della mia famiglia.

In questi giorni è venuta Nonna per la prima volta nella mia nuova casa. Immaginavo una serie di cose che avrebbe detto: ci vorrebbe un fidanzato, ci vorrebbero dei centrini e delle tende. In parte di cose ne ha dette diverse, una delle quali sulla disposizione dei mobili, di cui ammetto io stessa non ero convinta. Ma a parte questo, una cosa mi ha sconvolto.

Quando ha detto: “Usala tu. Goditela tu!”. Riferendosi a lei: la coperta d’uncinetto che proprio lei ha realizzato. Una coperta realizzata in anni, unendo quadretto dopo quadretto. La coperta ha dei girasoli, i miei fiori preferiti, ed è l’unica cosa che le ho permesso di realizzare per me, per quanto sarà…quel giorno…forse! Sì quel giorno lì, quando metterò su famiglia.

Quando sono andata a vivere da sola, non ho chiesto a nonna la coperta. Mi sembrava inopportuno e soprattutto non volevo toglierle questa gioia. Anche perché ok il mio essere single, ma non è che io abbia firmato un mandato, magari un giorno… chissà…

Insomma, non gliel’ho chiesta per diversi motivi (Per scelta nostra, la coperta è a casa sua).

Il suo Usala. Mi ha stupito. Nonna non ha pensato a quando sarà … Non ha pensato a quando sarò moglie e madre. Ha pensato ad oggi, a me SINGLEE come lei stessa ha imparato a dire ed ha pensato al qui ed ora. Sono rimasta spiazzata ma felice. Io so che dopo la perdita di mio padre, oggi viviamo entrambi la vita in modo diverso. Ma so anche che non è solo questo. È anche aver accettato quella parte di me che in questi anni si è raccontata qui. Ed è questa la mia felicità. Essere felice oggi e non domani e non solo con qualcuno.

Nonna mi ha fatto pensare a quanto io mi impegni per il futuro, tralasciando a volte il presente. In questi anni che ho rifiutato inviti, conoscenze e avventure. Ho pensato a domani, senza l’oggi. Ho pensato alla donna che sarò, senza pensare a quella che sono, oggi. Ho pensato che un giorno forse sarò la moglie di…, la mamma dì… Ma oggi sono io. Vanessa. Oggi sono single, oggi posso divertirmi e godermi il presente, decidendo solo per me. Prendere una aereo, allenarmi senza dieta, stare a letto un giorno intero, indossare quel vestito. Oggi ho il mio corpo che mi permette di fare tante cose e a cui non ho dato abbastanza, oggi quello c’è.

Quindi oggi voglio dirti e dirmi una cosa:

Magari nessuno arriverà alla tua porta. Magari nessuno ti salverà, magari nessuno ti darà tutto ciò che cerchi e forse mai le cose saranno come le vorresti tu, perché è la vita. Magari non arriverà mai quell’occasione o magari di occasione ne arriveranno molte di più. Tu puoi solo fare una cosa, scrivere la tua storia.  

Questa è la mia fiaba e qui non c’è nessuno da salvare, la principessa (se proprio dobbiamo chiamarla così) si è salvata da sola, circondata da tanto amore. Che c’è ed esiste. Questa storia è ancora tutta da scrivere e non bisogna aspettare che tutto sia perfetto per usare le cose, per fare quell’uscita, per scrivere quelle cose… per vivere.

La mia principessa cammina a piedi scalzi, sorseggiando vino bianco sulla spiaggia baciata dal sole. Mi piace così.

La vita è troppo viva per aspettare le occasioni.

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