Se pensate che conoscere qualcuno senza averlo mai visto prima è solo una cosa che riguarda noi nativi digitali, vi sbagliate!
La storia che sto per raccontarvi non è di certo frutto di un incontro online o di qualche App di incontri, dato che risale ai tempi in cui internet era ancora un’utopia. Ma è molto particolare…
Vi racconto la storia d’amore della mia bisnonna e di suo marito. Destini incrociati in piena guerra mondiale.
Era un pomeriggio di qualche anno fa, stavo preparando l’esame di storia dell’età contemporanea e dell’età moderna all’università e di studiare proprio non mi andava. Premesso che io non ho mai amato la storia, soprattutto quella riguardante le due guerre. Mi angosciava mettermi lì a studiare, così al solito mio mi lamento ad alta voce. Quel pomeriggio ero a casa della mia bisnonna (Sì ho la fortuna di avere ancora la bisnonna 😀) che sentendo la mia lamentale disse “Eh… la guerra? Quelli sì che erano tempi duri”.
Da lì inizia a raccontare: la fame, la luce che va via, il suono delle sirene, la corsa verso i bunker, Mussolini e la vita, quella vera. No, quella che leggi nelle pagine di storia. Ma quella di chi il pane lo desiderava e spartiva in tavola pensando se l’indomani ne avesse avuto ancora un po’. La storia di chi cuciva i vestiti in piena notte per i bambini e di chi ha iniziato a vivere la guerra partendo per il fronte.

Oggi nonna lo racconta accennando un sorriso, come se ti stesse raccontando la trama di un film. Poi però, in alcuni momenti il viso le diventa cupo e quel sorriso diventa silenzio e capisci che la storia che sta raccontando non è un film. Il sorriso torna quando racconta di lui… mio bisnonno, prigioniero di guerra. “Tuo nonno sai che era??” Lui non avrebbe mai tradito la patria. Orgoglioso com’era di essere italiano”.
Vi ho detto che sono sempre stata una bimba curiosa??😅 La domanda è stata spontanea: “Nonna ma tu come hai conosciuto il nonno?”.
Io ero la sua madrina di guerra.
La mia faccia avrà avuto un’espressione dubbiosa…tanto che lei continuò: “Vedi una volta in guerra chiamavano tutti i ragazzi. Non c’era il voglio/non voglio. Dovevi. Mussolini, quello era un tedesco. Rigido. Però con lui si dormiva con le porte aperte, non c’era quello che c’è ora. Nessuno si azzardava a rubare, perché ti finiva male con il regime. No come ora…! Una volta tutti i ragazzi venivano chiamati per la guerra. Arrivava la lettera e gli uomini partivano. Fratelli, padri, mariti, fidanzati. Tutti!.
Io che ero “schietta” ( è un modo per indicare una ragazza nubile in Sicilia) ero costretta ad essere madrina di guerra. Cioè dovevo scrivere ad un soldato per fargli forza. Alcuni ragazzi al fronte non avevano figli, erano come me: “schietti”. Non avevano un motivo per tornare vivi. Per cui alle ragazze veniva detto di scrivere a questi ragazzi per “distrarli” dalla guerra e farli sentire meno soli e meno lontani dalla famiglia. Ci cuntava iu a me junnata. Iddu a so’ (Ci raccontavo io la mia giornata, lui la sua). Certo, non è che rispondeva subito. Mica è come ora. Inviavi una lettera e poi aspettavi giorni, settimane e anche mesi. Chiuddu era a guerra mica a divertimento (Quello era a far la guerra, non a divertirsi). A me non andava molto, ma dovevo scrivergli. Poi lui, fin da subito ha avuto un interesse. Mi scriveva sempre.
Io curiosa… “Nonna ma tu l’avevi mai visto il nonno?”.
No, solo in foto. Ogni tanto mandava 1-2 foto dentro la lettera. Perché per lui ci dovevamo sposare finita la guerra. Ma a me non interessava. Non ci pensavo io al matrimonio, ero nella mia bella pace (Avrò preso da nonna 😅???) A me interessava che rimaneva vivo. Dargli forza, dire che presto sarebbe finito tutto. Dargli un motivo per combattere. Questo voleva Mussolini. Ma lui aveva un vero interesse. Quando c’è stato un momento di tregua è tornato ed è venuto a bussare alla mia porta (c’era il mio indirizzo nelle lettere che spedivo) quindi sapeva dove abitavo.
Mia mamma mi disse “Maria, vedi che c’è un giovanotto che cerca di te. Qua davanti il cortile Maria, non ti azzardare a farlo entrare in casa, che tuo papà ci ammazza. Negli scalini, tanto viene con te tua cugina”. Mica è come ora che una può uscire con un ragazzo in piena libertà. Una volta no, solo con qualcuno e sempre prima il permesso al papà della ragazza. Lui è venuto. Alto, impostato, vestito bene (sempre lui) e mi ha detto: io ti voglio. Vuoi diventare mia moglie?
E tu cosa hai risposto? Domanda stupida, data la mia presenza in quella stanza. Ma invece no. Fare domande non è mai un male. Perché infatti la risposta fu inaspettatamente inaspettata: “Ma completamente. Ma che sei scemo? Questo ho risposto. Io non mi volevo sposare. Ero ancora giovane. Poi come glielo dicevo a mio papà. Mi spaventavo. Non ero cosa.”
E quindi…
E quindi niente se n’è andato. Mi ha salutato e se n’è andato. Non ci siamo più scritti. Per 4 anni ci siamo persi. Lui ha avuto la sua vita ed io la mia. Non è come ora che ci sono i cosi, come si chiamano tutti sti’ cosi nel telefono (i social) che tu le foto altrui. Vedi cosa fanno e non fanno gli altri nelle loro vite. Una volta non c’era nulla. Lui poteva essere in America o qua in città e tu se non lo avessi incontrato non lo avresti saputo. Addirittura, l’hanno pure catturato. Perché lui stava con Mussolini e non rinnegava nulla. Io questo l’ho saputo dopo. Perché appunto per 4 anni non ho saputo più nulla. A volte ci pensavo: Chissà se è vivo”.
Poi un giorno, quando la guerra era ormai finita, l’ho rivisto qui. Era con suo cugino. Questo ragazzotto mi guardava da lontano. Poi si è avvicinato e mi ha detto. ”Ma tu non sei Maria? Sono Renato. Tuo figlioccio di guerra”. Io ho fatto finta di niente. Sempre composta. Ho solo risposto: “Non ricordo, ne avevo figliocci di guerra”! Della serie: ah bello vedi che mica esistevi solo tu per me. Siamo donne (scusate ma questa dovevo proprio scriverla 😏😏). Quando ho visto che gli occhi gli brillavano, mi sono un po’ammorbidita anch’io“. E lui mi ha detto: “Quindi Maria ci sposiamo? Io ti voglio sposare.”
Nonna e tu??
“Ed io stavolta ho detto sì. Prima però doveva pur sempre chiedere la mia mano a mio padre”.


E così dopo 4 anni di silenzio ci siamo sposati e abbiamo avuto 6 figli ( 5 fra tua nonna e i tuoi zii e 1 che mi è morta da neonata) e poi ci sono stati nipoti e pronipoti, tra cui tu. Lui ha sposato la sua madrina di guerra. È stato destino perché non era detto che ci saremo rivisti né che sarebbe tornato vivo. Né che io rimanessi viva, perché qui bombardavano sempre. Ogni volta dovevamo scappare e rifugiarci nei sotterranei. Quando una cosa deve succedere, succede. È inutile stare lì a pensare, fare e dire… Se deve essere sarà.
La mia bisnonna non è una di molte parole. Non la vedo molto spesso. Ma quel pomeriggio per me è stato importante. Le ho chiesto delle lettere, avrei voluto leggerle. Purtroppo, tra la guerra ed il fatto che un tempo le ragazze non avessero tanta libertà, mia nonna le bruciò. Era sempre una giovane donna che intratteneva un rapporto epistolare con un ragazzo, che non era ancora suo marito. Il suo racconto mi è tornato utile in tanti momenti.

(Questa qui è la mia bisnonna)
Quando a volte le cose si fanno difficili, quando a volte inseguiamo messaggi, chiamate, persone ed eventi. Quando a volte metto troppo me stessa nel decidere il futuro mi vengono in mente le sue parole e la sua storia. È destino. Se due persone si sono ritrovate dopo anni, al di là di tutto e all’interno di un conflitto mondiale allora è così che succedono le cose: Succedono e basta.
Oggi stiamo vivendo un altro conflitto, quello tra la Russia e l’Ucraina, ma che poi riguarda tutti. È scoppiata la guerra e nessuno sa cosa accadrà. Leggo e seguo sui social alcuni Creator, Blogger. Alcuni si scusano per continuare a fare quello che stanno facendo. Il proprio lavoro. Altri hanno virato su un altro tipo di comunicazione, postando informazioni e immagini.
Non è banale. È importante. Seguo moltissimi creators russi e vedere il loro cambio di comunicazione è straziante. Pensano che molto presto i loro profili saranno oscurati. Come si sta vicino? Li seguiamo lo stesso, in altri modi e li incoraggiamo. Diamo un motivo per sperare che tutto questo presto finirà. Oggi come ieri. Un po’ madrine e padrini di guerra. L’ennesima che nel 2022 non dovrebbe più occupare nessuna pagina di storia.
Per il resto, come dice la mia bisnonna… è destino.
NB: Alla fine l’esame di storia l’ho superato a pieni voti 😊